Makella
«τότε μὲν οὖν προσσχόντες τῇ Σικελίᾳ τήν τ᾽Αἰγεσταίων ἔλυσαν πολιορκίαν ἐσχάτως αὐτῶν ἤδη διακειμένων κατά τε τὴν ἐκ τῆς Αἰγέστης ἀναχώρησιν Μάκελλαν πόλιν κατὰ κράτος εἷλον.»
(Polibio, Storie, 1,24)
Makella (in latino Macella o Magella, in greco antico Μάκελλα) fu una città del nord-ovest della Sicilia citata da Polibio, abitata dagli Elimi o dai Sicani[1], conquistata dai consoli romani Gaio Duilio e Gneo Cornelio Scipione Asina al ritorno dall'assedio di Segesta nel 260 a.C. Secondo Diodoro Siculo, i Romani l'avevano già assediata senza successo. Nel 211 a.C. la città si rivoltò in favore dei Cartaginesi, quando Marcello abbandonò la Sicilia, ma venne sottomessa.
A detta di Cluverio, che nel 1629 la citò in alcuni suoi studi, la città sarebbe stata definitivamente distrutta nel II secolo a.C. insieme a Morgantina durante le guerre servili.
Ubicazione
Sulla sua esatta ubicazione vi sono ipotesi contrastanti e corrisponderebbe
- alla moderna località di Macellaro, 20 km circa ad est di Segesta;
- all'acropoli di Monte Rossomanno, in territorio di Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, secondo lo storico seicentesco Cluverio;
- all'area archeologica denominata "Montagnola" nei pressi di Marineo (paese 20 km a sud di Palermo)[2]
- alla contrada San Matteo di Bivona, in provincia di Agrigento[3].
Note
Bibliografia
- Antonino Marrone, Bivona città feudale voll. I-II, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 1987. ISBN non esistente
- Giovan Battista Sedita, Cenno storico-politico-etnografico di Bivona, Bivona, 1909. ISBN non esistente
- Cesare Sermenghi, Mondi minori scomparsi, Palermo, Il Vertice/Libri Editrice, 1981. ISBN non esistente
Voci correlate
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d7/Emojione_1F3FA.svg/25px-Emojione_1F3FA.svg.png)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f5/Pot-artenac_alt.png/19px-Pot-artenac_alt.png)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1b/Icon_of_the_Sicily_portal.svg/25px-Icon_of_the_Sicily_portal.svg.png)