Tavoletta degli spiriti

Tavoletta degli spiriti
Nome cinese
Cinese semplificato神主牌 lett. "Segno del maestro spirituale"
神位 lett. "Sede dello spirito"
神牌 lett. "Segno dello spirito"
Pinyinshén wèi
Nome giapponese
Kanji位牌
Nome coreano
Hangŭl1. 위패
2. 신위
Hanja1. 位牌
2. 神位
Latinizzazione riveduta1. wipae
2.shinwi
Manuale

Una tavoletta degli spiriti, o tavoletta commemorativa/ancestrale[1] è un cartello che le persone usavano per designare la sede d'una divinità o di un antenato e per racchiuderlo. Il nome della divinità o dell'antenato è solitamente inciso sulla tavoletta. Legata alla cultura tradizionale cinese, la tavoletta degli spiriti è oggi facile da trovare in molti paesi dell'Asia orientale, ove persiste molto più che in Occidente il culto degli antenati.

Possono essere realizzate in diversi materiali (soprattutto carta e legno ma anche pietra) e sono generalmente riccamente decorate. Sono oggetti rituali tradizionali comunemente visti nei templi, nei santuari e negli altari domestici in tutta la Cina continentale e Taiwan, dove vengono chiamati shenzhupai.[2] In Giappone si chiamano ihai (位牌?). Le tavolette si distinguono dagli idoli in quanto la persona onorata non è rappresentata sull'oggetto.

Gli oggetti utilizzati nei riti funebri in Papua Nuova Guinea sono stati talvolta paragonati alle tavolette degli spiriti cinesi.[3]

Utilizzo

Cina

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Cina.

Confucianesimo, taoismo e buddhismo, nel loro insieme, sincreticamente, chiamati i "Tre insegnamenti" o le "tre dottrine", hanno esercitato un ruolo importante nella storia e nella cultura cinese,[4][5] fungendo inoltre da cornici della religione tradizionale cinese di sostrato,[6] vale a dire il culto devoto agli dèi locali e agli antenati, la quale, tuttavia, non si esaurisce in essi e si svolge anzi per la maggior parte al di fuori di qualsiasi cornice dottrinale. L'approccio cinese alla religione tende conseguentemente ad essere sincretico, e seguire una religione non significa necessariamente, per un cinese, rigettare e/o negare le altre.[7] Per lo stesso motivo, i luoghi e le pratiche di culto cinesi sono spesso condivisi tra più, se non tra tutte, le religioni praticate in Cina.

Religione tradizionale cinese e Confucianesimo

Una tavoletta degli spiriti (zh. 神主牌S, lett. "Segno del maestro spirituale", 神位S, Shén WèiP, lett. "Sede dello spirito" o 神牌S, lett. "Segno dello spirito") serve per il culto d'una divinità o di un antenato, sia esso uno specifico parente o l'intero albero genealogico. I santuari per l'utilizzo delle tavolette si trovano generalmente dentro e intorno alla casa (per gli dei domestici e gli antenati), nei templi (per divinità specifiche) o nei templi ancestrali (zh. 祠堂S, CítángP o 宗祠S, ZōngcíP) per i fondatori del clan e antenati specifici. In ogni luogo, ci sono posizioni specifiche per collocare le tavolette per gli antenati o le specifiche divinità.[8]

Una tavoletta deve fungere da effige per una divinità o un antenato specifico. Incenso in grani o in bastoncini viene bruciato in un braciere o in un portaincenso prima che la tavoletta sia utilizzata. A volte, frutta, , pasticcini o altre libagioni sono presentate dall'offertorio insieme alla tavoletta.

In accordo alla religione tradizionale cinese, una famiglia tiene più Shén Wèi dedicate a specifiche divinità ed antenati entro i confini (e non solo) della propria dimora. Nel dettaglio:

  • una vicino alla porta d'ingresso, all'altezza degli occhi o intorno, dedicata all'Imperatore di Giada (zh. 玉皇S, Yù HuángP o 玉帝S, Yù DìP), il sovrano del paradiso taoista. Generalmente, ma non sempre, questa tavoletta sarà sopra la tavoletta dedicata a Tudigong e vi si legge la dedica: 天官赐福;天官賜福.
  • alcune case hanno una tavoletta sopra o vicino al cancello che recita 門官福神T, 门官福神S, lett. "Questa tavoletta è dedicata agli Dei della Porta";
  • una fuori casa, a terra davanti alla porta, dedicata a Tudigong, una divinità della terra, recante la scritta 門口土地財神T, 门口土地财神S o meno comunemente 門口土地福神T, 门口土地福神S;
  • una in cucina, dedicata a Zao Jun, il dio della cucina, con la scritta 定福灶君;
  • una dedicato al dio del padrone di casa, Dizhu Shen (simile ma non uguale a Tudigong). Questa tavoletta è disponibile in diverse forme: la forma semplice con la scritta 地主神位 o la più lunga e complessa 前後地财神,五方五土龙神;前后地主財神,五方五土龍神;
  • due in casa (almeno una in soggiorno), collocate in un armadietto similarmente al santuario domestico giapponese butsudan, solitamente per gli antenati di famiglia e qualche altra divinità.

Nella loro forma più semplice, le tavolette possono essere un semplice pezzo di carta rossa con le parole scritte verticalmente (nella Cina continentale e ad Hong Kong). Esistono forme più complesse: piccoli santuari fatti di piastrelle, legno, metallo o altro materiale; statue e attendenti con testo; piccoli manifesti con bruciatori d'incenso; ecc. Una forma comune della Shén Wèi per Tudigong (come si vede nella provincia cinese del Guangdong), consiste in una piastrella cotta con la scritta centrale 門口土地財神 fiancheggiata dai due distici 户纳千祥 e 门迎百福;戶納千祥, 門迎百福 il cui significato è traducibile come «Possa la mia famiglia accogliere una grande quantità di buon auspicio, possano le mie porte accogliere centinaia di benedizioni.»

Taoismo

Nel Taoismo, le tavolette spirituali sono spesso usate per il culto degli antenati. Quando sono posizionate davanti o al di sotto delle statue delle divinità, ne simboleggiano lo spirito rinchiuso.[8]

Buddhismo

Nel Buddhismo, le Shén Wèi, chiamate 蓮位S, lett. "Sede del loto" per i morti e 祿位S, lett. "Sede della prosperità" per i vivi, sono usate per gli antenati, gli spiriti erranti, i demoni, i fantasmi affamati e i viventi (come benedizione perpetua o temporanea del donatore). Le tavolette cartacee sono comuni nel periodo dei festival del Dharma di Qingming e Ullambana e sono incenerite in massa al culmine dei servizi religiosi.[8][9]

Giappone

Nel Buddhismo giapponese, le tavolette degli spiriti, ihai (位牌?), vengono utilizzate nei riti funebri e conservate nel butsudan domestico. Le ihai sono pertanto comuni nei templi buddhisti nipponici, dove vengono utilizzate nel Kaisan-dō, l'edificio nel quale si celebra il fondatore del monastero.[10]

Corea

In Corea, le tavolette sono di grande importanza nei riti ancestrali, gli jesa, poiché sono il fulcro delle offerte di cibo e simboleggiano la presenza spirituale del defunto durante il rito.

Galleria d'immagini

  • Tavoletta dedicata a Tudigong all'esterno d'una casa di Hong Kong.
    Tavoletta dedicata a Tudigong all'esterno d'una casa di Hong Kong.
  • Santuario con tavolette degli spiriti a Taiwan.
    Santuario con tavolette degli spiriti a Taiwan.
  • Tavoletta degli spiriti in foggia di lapide tombale.
    Tavoletta degli spiriti in foggia di lapide tombale.
  • Memoriale delle tavolette presso il Nichiren Shoshu.
    Memoriale delle tavolette presso il Nichiren Shoshu.
  • Tavoletta degli spiriti in un Butsudan giapponese.
    Tavoletta degli spiriti in un Butsudan giapponese.
  • Tavoletta degli spiriti vietnamita in onore dell'imperatore Lê Trang Tông.
    Tavoletta degli spiriti vietnamita in onore dell'imperatore Lê Trang Tông.
  • Tavoletta degli spiriti vietnamita in onore di Võ Văn Dũng.
    Tavoletta degli spiriti vietnamita in onore di Võ Văn Dũng.
  • Tavolette degli spiriti vietnamite in onore degli antenati ad Hoian.
    Tavolette degli spiriti vietnamite in onore degli antenati ad Hoian.

Note

  1. ^ Xiaoxiang Li, Fu, Chunjiang e Goh, Geraldine, Origins of Chinese people and customs, Revised, Asiapac Books, 2004, p. 130, ISBN 978-981-229-384-8.
    «ancestral tablet»
    [collegamento interrotto]
  2. ^ (EN) Ancestors and Deities: Chinese Spirit Tablets, su anthromuseum.missouri.edu, Museum of Anthropology, Missouri University. URL consultato il 19 settembre 2011.
  3. ^ (FR) Lucien Lévy-Bruhl, IV (DOC), in La Mythologie primitive: le monde mythique des Australiens et des Papous, 1935, p. 15.
  4. ^ Yao 2010, p. 11.
  5. ^ Miller 2006, p. 57.
  6. ^ (EN) Tam Wai Lun, Local Religion in Contemporary China, in Zhibin Xie (a cura di), Religious Diversity and Public Religion in China, Ashgate Publishing, 2006, p. 73, ISBN 978-0-7546-5648-7.
  7. ^ Yao 2010, p. 10.
  8. ^ a b c Zi 2012.
  9. ^ Wei 2012.
  10. ^ (EN) June Kinoshita e Nicholas Palevsky, Gateway to Japan, Kodansha International, 1998, ISBN 4-7700-2018-X.

Bibliografia

  • (EN) Xin Han, Well-Known Temples of China, Pechino, The Eastern Publishing Co. Ltd, 2006, ISBN 7506024772.
  • (EN) James Miller, Chinese Religions in Contemporary Societies, ABC-CLIO, 2006, ISBN 1-85109-626-4.
  • (ZH) Guixiang Wang, 中国汉传佛教建筑史——佛寺的建造、分布与寺院格局、建筑类型及其变迁 [Storia dei templi buddhisti cinesi], Pechino, Tsinghua University Press, 17 giugno 2016, ISBN 9787302427056.
  • (ENZH) Jia Wang, Famous Mountains in China, Pechino, Huangshan Publishing House, 2012, ISBN 978-7-5461-2704-0.
  • (EN) Ran Wei, Buddhist Buildings, Pechino, China Architecture & Building Press, 2012, ISBN 9787112142880.
  • (EN) Xinzhong Yao, Chinese Religion: A Contextual Approach, Londra, A&C Black, 2010, ISBN 978-1-84706-475-2.
  • (ZH) Yuhuan Zhang, 图解中国佛教建筑、寺院系列, Pechino, Contemporary China Publishing House, 1º giugno 2014, ISBN 9787515401188.
  • (ENZH) Yan Zi, Famous Temples in China, Pechino, Huangshan Publishing House, 2012, ISBN 978-7-5461-3146-7.

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