Vito Marino Caferra

«Io credo che dovremo ridurre le responsabilità giuridiche e ricreare o aumentare le responsabilità politiche. La morale sociale non può essere affidata solo alle sentenze dei giudici, deve tornare alle responsabilità dei politici, alla deontologia delle professioni, delle arti e mestieri…»

(Intervista al giudice Caferra di Giorgio Bocca, L'inferno. Profondo sud, male oscuro, Milano, A. Mondadori, 1992. ISBN 88-04-36274-X.)

Vito Marino Caferra (Acquaviva delle Fonti, 1939) è un magistrato, saggista e docente universitario italiano.

Biografia

In magistratura

Entrato in magistratura nell'aprile del 1965, in primo grado ha svolto le funzioni di pretore a Novara e a Noci e di giudice di tribunale della Terza Sezione Penale e della Prima Sezione Civile del Tribunale di Bari[1], nonché, per circa un decennio, le funzioni di giudice a latere della Corte di Assise di Bari.

In secondo grado ha svolto le funzioni di consigliere della Corte di Appello di Bari[2] e successivamente di presidente della Prima Sezione Civile fino al 1998, anno in cui è stato eletto componente del Consiglio Superiore della Magistratura per la consiliatura 1998-2002. È stato direttore dell'Ufficio Studi e Documentazione del CSM.

Nel 2001, in qualità di presidente della VI Commissione, è stato relatore della Relazione al Parlamento sullo stato dell'Amministrazione della Giustizia[3].

Dal 2002 al 2007 presidente della Sezione Minorenni della Corte di Appello di Bari. Da luglio 2006 a dicembre 2007 è presidente facente funzioni della suddetta Corte di Appello.

Nel dicembre 2007 è stato nominato dal CSM primo presidente della Corte di Appello di Bari, incarico che ha ricoperto fino al 28 novembre 2014.

Attività accademica

Ha svolto, quale professore stabilizzato, l'incarico extragiudiziario di insegnamento di Istituzioni di diritto privato presso la Facoltà giuridica dell'Università di Bari dal 1974 al 2007. È autore di numerosi articoli in tema di obbligazioni, responsabilità civile e diritto di famiglia[4].

È direttore culturale della Fondazione "Biblioteca Gaetano Ricchetti" di Bari, Ente Morale che ha per statuto la finalità di promuovere e favorire l'alta cultura[5][6][7], designato nel 1987 dall'allora arcivescovo di Bari-Bitonto Andrea Mariano Magrassi.

La Commissione per le Riforme Costituzionali

Nel giugno 2013, il Ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, ha chiesto ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica l'invio di osservatori presso la Commissione per le Riforme Costituzionali, istituita dal Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta[8]. Il presidente della I commissione della Camera[9] Francesco Paolo Sisto ha designato Vito Marino Caferra, d'intesa con l'unanimità dei rappresentanti dei Gruppi della commissione[10].

Opere

  • Famiglia e assistenza, Zanichelli [12], 1984, 1996, 2003. ISBN 8808178048.
  • Diritti della persona e Stato sociale, Zanichelli [13], 1987, 2004. ISBN 9788808078995.
  • Il sistema della corruzione. Le ragioni, i soggetti, i luoghi, Laterza [14], 1992. ISBN 8842039012.
  • La giusta disuguaglianza: dalla Nomenklatura alla nuova Repubblica, Laterza [15][16], 1994. ISBN 9788842043607.
  • Voce La corruzione in La politica italiana. Dizionario critico 1945-95, a cura di Gianfranco Pasquino, Laterza [17], 1995. ISBN 9788842046493.
  • Il magistrato senza qualità, Laterza [18][19], 1996. ISBN 9788842051404.
  • Il sovrano. Saggio sull'uso quotidiano del potere, Giappichelli [20], 2001. ISBN 8834810074.
  • Per una riforma della giustizia, a cura di, con Emilio Nicola Buccico, Giovanni Verde, Michele Vietti, Cacucci Editore [21], 2002. ISBN 9788884221506.
  • La Giustizia e i suoi nemici, Cacucci Editore [22][23][24], 2010. ISBN 9788884229571.
  • Il processo al processo. La responsabilità dei magistrati, Cacucci Editore [25][26], 2015. ISBN 9788866114239.
  • La questione del potere giudiziario, Cacucci Editore [27], 2018. ISBN 9788866117537.

Note

  1. ^ [1]
  2. ^ [2]
  3. ^ [3]
  4. ^ [4]
  5. ^ [5]
  6. ^ [6][7]
  7. ^ [8]
  8. ^ [9]
  9. ^ [10]
  10. ^ [11]
Controllo di autoritàVIAF (EN) 46818989 · ISNI (EN) 0000 0000 8379 4117 · SBN CFIV035202 · LCCN (EN) n87877467 · BNF (FR) cb122619102 (data)
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