Caspar Netscher

Caspar Netscher, Merlettaia, 1662, Wallace Collection, Londra

Caspar Netscher, anche detto Gaspar (Heidelberg, 1639 – L'Aia, 15 gennaio 1684), è stato un pittore olandese. Allievo di Gerard ter Borch, era specialista nel ritrarre tappeti orientali, sete e broccati.

Biografia

Non sappiamo gran che dei primi anni di Netscher. Le indicazioni di Houbraken sono abbastanza contraddittorie, a cominciare dal luogo di nascita, di volta in volta indicato come Heidelberg o come Praga[1]. Anche la sua storia familiare non è chiara: il padre Johann Netscher sarebbe stato uno scultore di Stoccarda[2], la madre figlia di Vetter, sindaco di Heidelberg e sarebbero morti entrambi quando il pittore aveva due anni[3].

Caspar Netscher, Ritratti di Pieter de Graeff e Jacoba Bicker, 1663, Rijksmuseum, Amsterdam

Secondo altri, invece, il padre sarebbe originario di Rotterdam; la madre, fuggendo i pericoli della guerra civile, sarebbe riparata ad Arnhem con i figli, ma durante il viaggio due suoi fratelli morirono, mentre Caspar venne adottato da un medico di nome A. Tullekens[4]. Destinato in un primo momento alla professione del patrigno, fu in seguito, vista la sua grande attitudine alla pittura, affidato alla scuola di un artista locale, Hendrick Coster, e successivamente, nel 1654, divenne allievo a Deventer di Ter Borch, che aveva legami familiari con Tullekens[1]. In poco tempo divenne l'allievo prediletto del maestro olandese, lavorando come suo assistente e modello, tanto da apparire più volte nei suoi dipinti[3].

Nel 1658 intraprese il suo viaggio d'istruzione in Italia, ma non arrivò più lontano di Bordeaux, dove si sposò con Margaretha Godijn, nel 1659. Per guadagnarsi da vivere cominciò a dipingere quadri d'ambiente, molto apprezzati per la squisita fattura. Dopo essersi trasferito a L'Aia nel 1662, rivolse la sua attenzione al ritratto. In questo campo raccolse i maggiori successi[5], spesso anche in ambienti di corte[5]. Nel 1668 entrò a far parte della Schutterij; Cosimo III de' Medici, in viaggio attraverso i Paesi Bassi, acquistò quattro suoi dipinti[2]

È probabile che Netscher conoscesse i pittori Frans van Mieris il Vecchio e Gerrit Dou, mentre con certezza frequentava il pittore Gerrit de Hooch dell'Aia, della cui figlia Margaretha fu madrina la moglie nel 1676. I suoi guadagni ben presto gli permisero di affinare il proprio gusto tanto da poter raffigurare scene di musica e di conversazione. È in questi dipinti che vien fuori veramente la maestrìa di Netscher: la scelta dei soggetti, l'abitudine di rappresentare figure femminili vestite in raso lucido, ad imitazione di Ter Borch, dai tratti semplici e delicati e dai colori chiari e brillanti, ne fanno un ottimo artista, anche se spesso mancante di quella raffinatezza di alcuni suoi colleghi coevi[6]. La resa accurata del materiali, derivata certo dall'apprendistato con Ter Bosch, è anche fortemente influenzata dai pittori di Delft, quali De Hooch e Vermeer[5]. Il pittore morì prematuramente nel 1684, a L'Aia. I suoi figli Constantyn (1668-1722), e Theodorus (1661-1732), sono stati anch'essi pittori, con lo stesso stile del padre, ma di inferiore qualità[6].

Note

  1. ^ a b Arnold Houbraken, Caspar Netscher.
  2. ^ a b Walter A. Liedtke, p. 517.
  3. ^ a b The Grove Dictionary of Art, Netscher, Caspar.
  4. ^ Franits E. Wayne, p. 107.
  5. ^ a b c Rijksmuseum
  6. ^ a b Encyclopædia Britannica, Caspar Netscher.

Bibliografia

  • (EN) Walter A. Liedtke, Dutch Painting in the Metropolitan Museum of Art, Metropolitan Museum of Art, 2007, ISBN 978-1-58839-273-2.
  • (EN) Franits E. Wayne, Dutch seventeenth-century genre painting: its stylistic and thematic evolution, Yale University Press, 2004, ISBN 978-0-300-10237-6.
  • (EN) The Grove Dictionary of Art, su artnet.com. URL consultato il 27 gennaio 2010.
  • (NL) Arnold Houbraken, De Groote schouburgh der konstschilders Nederlantsche en schilderessen, su Digitale bibliotheek voor de Nederlandse letteren. URL consultato il 27 gennaio 2010.
  • (NL) Rijksmuseum, su rijksmuseum.nl. URL consultato il 27 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2011).
  • (NL) Encyclopædia Britannica, su britannica.com. URL consultato il 27 gennaio 2010.

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